Identità migranti

Identità migranti


Un filone tematico importante di Feminism 7 è quello relativo alle migrazioni, fenomeno troppo spesso affrontato nell’ambito del discorso pubblico come se fosse costituito da numeri e percentuali, e non da persone in fuga da carestie, guerre, persecuzioni. Ci immergono in questa realtà umana ancora misconosciuta le esperienze di vita e i libri delle autrici che partecipano al dialogo sulle migrazioni, previsto per venerdì 1 marzo alle ore 18 in sala Tosi, e coordinato dall’associazione culturale femminista Lesconfinate. A partire da Pamela Marelli, storica di formazione e operatrice territoriale di due sportelli per stranieri, autrice di “Archivi dell’acqua salata. Stragi di migranti e culture pubbliche”, pubblicato da Futura nella collana sessismoerazzismo: una narrazione accurata e potente che, ripercorrendo i naufragi di migranti verificatisi dal 1990 al 2020, restituisce per frammenti racconti individuali e percorsi di vita che rimangono al di fuori della Storia ufficiale.
Nel loro libro “Perdersi in Europa senza famiglia. Storie di minori migranti”, edito da Altreconomia, ci parlano della difficile realtà dei minori stranieri non accompagnati Cecilia Ferrara e Angela Gennaro, giornaliste del gruppo “Lost in Europe”, un pool di 28 giornalisti in 14 Paesi che recuperano le storie di questi bambini e adolescenti troppo spesso invisibili. Si tratta di un lavoro di giornalismo investigativo che ci ricorda che perdersi in Europa senza famiglia vuol dire anche perdersi tra le trappole del sesso e del lavoro forzati, tra i rischi di abusi e violenze.
Come vive, come si rappresenta chi, proveniente da diverse realtà, è ormai inserito nel tessuto culturale e sociale del nostro Paese, lo rivelano i racconti di Lingua madre, un concorso letterario che, ideato nel 2005 da Daniela Finocchi, è diventato un progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone internazionale del libro di Torino nonchè uno dei soggetti sostenitori di Feminism. Il volume “Lingua Madre 2023” edito da Seb27 e presentato nel dialogo dalla scrittrice Claudilèia Lemes Dias, ci offre una visione articolata e dinamica di queste donne “non più straniere in Italia” come recita il sottotitolo.
Arrivata a Padova dal Venezuela dove già era attiva nel campo della promozione sociale attraverso la lettura, Andreina Colòn Savino ha fondato insieme al suo
connazionale Gustavo Garcia la casa editrice Oso Melero che, prendendo il nome dall’animale che vive nelle foreste sudamericane, vuol far conoscere le letterature sudamericane, caraibiche e delle diaspore migranti. E proprio a quest’ultimo gruppo appartiene la storia raccontata in “Il figlio del sole e della tempesta” da Rahma Nur, insegnante, poeta e narratrice nata a Mogadiscio e naturalizzata italiana, che partecipa al dialogo sulle migrazioni. Illustrato da Nadia Romero Marchesini, questo libro che si rivolge a un pubblico di young adults narra le avventure di un adolescente che, per sottrarsi all’arruolamento coatto nelle fila degli integralisti, fugge in Italia, scontrandosi con i divieti e il paradosso di un Paese che della Somalia è stato il colonizzatore e ora chiude la porta
di fronte ai migranti somali.


Maria Vittoria Vittori

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