A Oriente di chi legge

A Oriente di chi legge… Incontro intervista con Marianna Ferrara e Leila Karami, curatrici del volume “Madri d’Oriente fra tradizione e dissenso”, Editoriale Jouvence

A cosa è dovuta la scelta tematica della maternità, che contrassegna il lavoro proposto dal volume? 

 Il volume nasce nell’ambito delle attività del Museo delle Religioni “Raffaele Pettazzoni” di Velletri che dal 2017 promuove una serie di incontri dal titolo “Donne, religioni e Mondo Contemporaneo”. L’incontro sulla ‘Maternità’ è stato ospitato nel 2019 alla Sapienza presso il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religione, Arte, Spettacolo e poi si è trasformato in un volume a più voci grazie al coinvolgimento di diverse studiose e uno studioso che si interessano di culture extra-europee.

La maternità – l’essere o non essere madri – contrassegna l’esistenza delle donne d’Oriente in maniera ancora oggi definitiva?

 A dire il vero il nostro volume gioca con la parola Oriente ma non intende sostenere l’esistenza di donne che possano essere etichettate come orientali. Abbiamo ragionato a lungo sulla linea da dare al volume e abbiamo deciso di usare il termine ‘orientale’ come coordinata geografica e non culturale. Chi ha lavorato con noi ci ha proposto argomenti poco affrontati, almeno nel panorama italiano. Il volume, infatti, racconta differenti modi di ‘essere madri’ come anche molteplici modi di non esserlo in paesi che si trovano a Oriente di chi legge. E poi parlare di madri fuori dalla norma ci è parso di grande attualità; è un tema che alla fine mostra come l’Oriente mentale possa essere dappertutto.

Il volume si divide in due parti: Voci dal Mondo musulmano e Voci dall’Asia. Una divisione funzionale all’argomentare delle studiose che firmano l’opera? O l’additare un percorso di conoscenza ineludibile per consentirsi incontro?

Il volume comprende studi e ricerche realizzati su un’ampia area geografica che va dal Marocco, geograficamente il paese meno orientale del gruppo, alla Cina. Ma avremmo potuto aggiungere tante altre storie dislocate tra il Mediterraneo e l’Oceano Indiano. La scelta di dividere il volume in due parti è perciò funzionale ad orientare il lettore tra mondi che possono apparire tanto lontani quanto diversi, dove l’essere madre è una faccenda pubblica e privata, che chiama in causa realtà sociali, politiche e religiose diverse fra loro. Diciamo che abbiamo inteso fornire una bussola ai lettori per muoversi tra le tante voci dell’islam e nella vastità geografica e religiosa dell’Asia.

Al volume collaborano studiose di letteratura, diritto, antropologia e storia delle religioni. Come vi siete scelte? Avete altri progetti in comune?

 Al volume hanno collaborato 12 studiose, compresa l’iranista Anna Vanzan che ha firmato l’introduzione. Con alcune di loro c’erano già state altre collaborazioni, con altre ci sono diversi progetti in corso. Ci siamo scelte sulla base degli interessi comuni, pensando di mettere insieme contributi insoliti per il pubblico italiano, ma in grado di far cogliere la complessità che sta dietro ai modelli e alle norme che regolano l’essere madre. Tra i progetti in comune, quello in dirittura di arrivo è la creazione di una collana scientifica interdisciplinare che intende esplorare i modi in cui l’identità di genere agisce nelle società antiche e contemporanee. L’obiettivo è analizzare valori, pratiche e norme che, intersecando credenze, doveri e aspettative, imbrigliano gli individui in ruoli che da arbitrari diventano naturali. Questo è particolarmente evidente nella storia delle donne, ma lo è anche in quella degli uomini. Vogliamo creare uno spazio editoriale nel quale ospitare anche le ricerche dei più giovani, che spesso hanno grandi idee ma poche opportunità per farle conoscere.

Maria Palazzzesi e Stefania Vulterini

 

Giovedì 3 Giugno ore 18.00
EDITORIALE JOUVENCE
Madri d’Oriente, a cura di Marianna Ferrara e Leila Karami
Introducono Marianna Ferrara e Leila Karami (Università La Sapienza di Roma). Intervengono Enrica Ranieri e Laura Lettere (Università L’Orientale di Napoli), Randa Khalil (Università La Sapienza di Roma)

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